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17 agosto 2011

sulla razza

Malgrado il generale movimento di beatificazione di Frederich Nietzsche, non si può misconoscere che Nietzsche tratta le "razze". Ci sono passaggi che decisamente suonano (politcamente) scorretti rispetto a ebrei e negri. L'appartenenza a una razza determina tipi, inclinazioni e vizi (filosofici) - i vizi dei padri paiono ricadere sui figli.

Chi scrive non cerca di ridimensionare passaggi così fastidiosi rispetto alla sensibilità moderna. Però è anche giusto non indietreggiare inorriditi e tremebondi di fronte a qualche parola tabù. 
Dunque, che cos'è une "razza" per Nietzsche?  E' possibile argomentare che ci si riferisca principalmente a modi di vita, a un complesso di costumi, ma anche a una forma di sentire e a certe "assunzioni radicali" (qualsiasi cosa queste parole possano voler dire...).
Tuttavia, anche così non si riuscirà a respingere il sospetto che ci sia una componenete biologica, o meglio fisiologica - perché c'è...

Nell'ultimo periodo, a partire dal 1886, Nietzsche asserische che la filosofia è in funzione dello stato di salute del corpo. Questa posizione, riferita a se stesso, appare già chiaramente definita nella prefazione alla seconda edizione della Gaya Scienza e la si ritrova altrettanto chiaramente in Ecce homo.
Secondo Nietzsche ci sono organismi che possono, in certe condizioni, 'produrre' una filosofia dal «supremo punto di vista biologico», una filosofia che favorisce ed espande una vita bella, forte e rigogliosa. 
[Si potrebbe definire questi tipi umani (più) sani come kallimachoi, i bei combattenti - e Callimaco è anche il nome del protagonista della Mandragola di Machiavelli].
L'altro lato della gradazione della salute, quello della malattia, produce invece una filosofia di rattrapimento, apatia, estraniamento dal mondo (e proiezione in un'altro mondo, "ideale"). E' la filosofia decadente che nasce dal fraintendimento del corpo malato, che avvelena la vita e il mondo.  
L'effetto nefasto e pervasivo del corpo decadente è l'oggetto del «Caso Socrate» nel Crepuscolo degli Idoli. E qui si trovano indicazioni su cosa possa essere per Nietzsche una razza superiore. Gli Ateniesi corrotti da Socrate sembrano esserne un esempio. 
[Non è semplice fare un profilo delle caratteristiche della razza superiore. Si possono fare alcune ipotesi. 
Sono spontanei e sicuri di sé, misurano l'universo mondo in rapporto a loro. Sono predisposti alla curiosità nella ricerca del bello, cioè del loro accrescimento, ma per lo stesso motivo possono mostrarsi inflessibili fino alla crudeltà. (E questo lo si può chiamare il "loro" egoismo, che non nasce dalla meschinità, ma dalla coscienza della dignità). La bellezza è il loro sigillo, sia nella persona come nelle sue attività e nei suoi possessi. 
Questa bellezza e uniformità di atteggiamento indica una base biologica, non nel senso di comuni tratti somatici, ma di comuni valori fisiologici che rendono possibile questo temperamento. E, seguendo questo temperamento e questa sensibilità, il simile conosce il simile e si forma una razza.
E' il risultato di un programma eugenetico solo in quanto affermazione di un gusto, non di una segregazione di un gruppo dominante che non scambia il sangue con estranei.]
La "superiorità" pare in fondo un equilibrio di cui la fisiologia del corpo sano è un elemento, ma è solo la parte di un tutto. Serve anche un ambiente propizio e uno stile di vita consono (il clima, la dieta, l'ethos, l'arte).
La "superiorità" sorge e si afferma solo dalla fusione di questi elementi, separatamente non hanno un valore intrinseco, solo potenziale.

Queste sono osservazioni che hanno qualche riscontro nei testi, come indicato. Si può anche aggiungere qualche considerazione sulla congruità di un pensiero razzista, in senso moderno, con il resto. 
Sarebbe singolare e anche ridicolo che, avendo come programma la distruzione degli idoli, Nietzsche ne creasse uno sulla superiorità di un corrredo genetico e su una metafisica purezza razziale...  

Tuttavia resta lecito sostenere che il razzismo, privato di fondamento scientifico e avendo un'idea piuttosto ex-post della razza dal punto di vista biologico, in Nietzsche in fondo c'è - perché c'è...
Chi vuole mettersi nella schiera dei devoti a Nietzsche deve confrontarsi anche con questo. E' certamente amissibile e comprensibile che Nietzsche sia stato usato per giudicare nocive le "razze inferiori" (e quindi sterminarle). Anzi, sappiamo benissimo che è stato fatto. 
Poi, non si può davvero pensare che lui sarebbe stato d'accordo - ci vuole poco ad accorgeresene se si ha la pazienza di leggerlo un po' lentamente. Però Nietzsche è molto duro su questi argomenti, contrariamente a quanto molti (irresistibilmente rapiti dal superominismo pop) paiono ignorare di questi tempi. Sostenere che Nietzsche fosse un apostolo dell'uguaglianza sarebbe più assurdo che considerarlo un razzista.