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28 gennaio 2020

Filosofia prima, ermeneutica e modelli.

Non siamo propriamente coscienti del mondo. Con un po' di esercizio forse ci si può anche arrivare - e magari stimarsi illuminati - tuttavia non è la condizione di base.  Ciò non impedisce che ci siano le percezioni, ma la coscienza si applica su una rappresentazione e lì il "mondo" si stinge.
La metafora  che si applica spesso in questi casi è quella di un testo. Le parole hanno un significato piuttosto inter-soggettivo, dunque alla fine ci si capisce, quasi sempre. Ma non è mai completamente così e le probabilità di una comprensione divergente aumentano in funzione della complessità del testo.
Se è così, allora la filosofia prima si può davvero chiamare "ermeneutica" - e qualcuno si allargherà fino a "ermeneutica dell'essere".
Quello che però mi interessa è che, alla fine, la filosofia prima si approssima a una meta-teoria. E bisogna anche aggiungerci che, alla fine, questa ermeneutica implica sempre un modello. Ecco, allora, che la grande filosofia può diventare una critica di modelli concorrenti; sono abbastanza scettico su altre direzioni che non portino a straparlare.

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