/*---------------------------------*/ /* Google Analytics counter script */ /*---------------------------------*/

16 aprile 2018

La scienza è strana

Da molto tempo mi sono fatto l'idea che la scienza (quella che si indica anche come "scienze naturali", o "sperimentali", o "scienza moderna") è possibile perché le agenzie di scommesse non chiudono il giorno dopo, perché invece durano restando economicamente viabili (più spesso redditizie) - e anche perché c'è chi riesce a campare facendo lo scommettitore.

Si può solo intuire il numero immenso di forze ed eventi che agiscono determinando un risultato. E non solo, ci può essere un numero ancora più grande di forze ed eventi che non potremo mai nemmeno intuire, ancor meno conoscere.
I limiti della conoscenza non permettono la certezza, eppure esiste la 'prevedibilità', per la quale non è nemmeno sempre necessario uno sforzo coordinato e rigoroso come la scienza. Nella quotidianità è piuttosto un sentimento che permette di indovinare, è una 'memoria muscolare'. Sì, poi si possono addurre 'giustificazioni razionali', ma ex-post. Sono dei de jure e, se sono collegati o scollegati al de facto, resta un dettaglio ininfluente.
 
Non è mai completamente tracciabile la complessità degli intrecci che hanno condotto a quel numeretto o a quel nome (e sia il primo che il secondo potrebbero essere soltanto la deformazione  dalla nostra percezione) che fa vincere o perdere. E non si cerca nemmeno di tracciare, anzi... Il principio di economia nella scienza, il cosiddetto rasoio di Occam, è probabilmente l'asset più influente nel successo dell'impresa.
Con tutto ciò, si riesce a vincere scommettendo - e solo raramente è un'ordalia, piu spesso è perché si arriva a stimare la probabilità, anche in modo implicito e quasi incosciente.
Questa è la vera stranezza, i paradossi della fisica quantistica ne sono soltanto un'emergenza.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page