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23 marzo 2009

Il piacere del declino

La parabola eccezionale dell'impero americano e dell'egemonia della sua civiltà è così ben rappresentata in un secolo di cinema che è facile prevedere che infiniti studi storici dei tempi a venire attingeranno da questa documentazione dell'immaginario.
Anche in questo senso, oggi è grande il piacere di guardare i film e le serie americane.
Raccontano una civiltà al suo apogeo che, al principio del suo declino, misura la sua grandezza, si comprende e finisce col creare un mito nostalgico di se stessa.

E' il solo esempio che io conosca di arte classica vivente.
Se tutta la civiltà europea non è mai stata davvero capace di distaccarsi dall'eredità greco-romana, quella americana ha trasfigurato l'eredità del mondo greco-romano in una forma autonoma, genuina ed originale, capace di inventare e sviluppare mezzi espressivi propri. E' popolare e insieme "illustre, cardinale, aulica e curiale" come da noi non si conobbe mai veramente - e certamente non in Italia.
Di fatto, la lingua - spesso barocca, ma di spettro espressivo ampissimo e, soprattutto, quasi incapace di pesantezza e ampollosità - e i canoni per il mondo a venire sono stati stabiliti da loro.

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