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21 gennaio 2009

Non che si abbia l'abitudine di commentare l'attualità...

L'elezione di Barack Hussein Obama è interessante al di là di quello che accaddrà durante il suo ufficio.

Il traguardo glorioso che segna la fine del cammino dell'emancipazione degli afroamericani è per quelli che si occupano del passato - e che se ne occupano male.

Ma non è nemmeno così: si tratta di cooptazione non di emancipazione.
Il presidente Obama è molto più assimilabile al discendente del padrone della piantagione che al discentente di uno dei sui schiavi negri. Obama è un genuino elemento dell'élite egemone, forse si tratta di un fuoriclasse, ma non di un estraneo.

E allora?
Sarebbe stato ben peggio se fosse il risultato di una sorta di "discriminazione positiva". La vera buona notizia, se c'è una buona notizia, è che non è questo quello che è avvenuto.


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